L’ascesa del cristianesimo preoccupa Pechino

By 10 Novembre 2014Rassegna Stampa

PECHINO – Il governo cinese è ufficialmente ateo. Ma dalle rotative di una casa editrice di Nanchino, riferisce il Financial Times, è appena uscita la 125 milionesima copia della Bibbia. Nella Cina fabbrica del mondo c’è anche la più grande fabbrica di Bibbie della terra… più di metà della produzione di Nanchino è diretta al mercato interno. Perché il cristianesimo, introdotto nell’Impero di Mezzo dai missionari gesuiti nel 1534, anche se controllato e oppresso, si sta diffondendo in una società neo-capitalista dove le diseguaglianze economiche si dilatano. […]

L’ufficio statistiche di Pechino conta meno di 30 milioni di cristiani… i cattolici sono circa 12 milioni, se si comprendono quelli delle «chiese sotterranee», devoti alla Santa Sede di Roma. Contando i protestanti (che in Cina sono la maggioranza), i cristiani potrebbero essere 100 milioni, più dei membri del partito comunista, fermi a 86 milioni. Entro 15 anni, con la progressione costante che si sta registrando, i cristiani cinesi potrebbero diventare 165 milioni. La Cina sarebbe a quel punto il primo Paese cristiano nel mondo.

Il partito comunista, scosso oggi da una campagna anti-corruzione al suo interno che mostra alla gente come i dirigenti più che servire il popolo si siano serviti da soli, teme una sfida alla sua autorità morale… E per questa paura, quest’anno, sono state demolite decine di chiese.

di: Guido Santevecchi
da: Corriere della Sera
data: 9/11/2014

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