Sudan, è nata la figlia di Meriam

By 28 Maggio 2014Rassegna Stampa

KHARTUM – Meriam Yahya Ibrahim Ishag, la donna sudanese di ventisette anni, cristiana, condannata a morte per apostasia (cioè per l’accusa di aver rinunciato alla religione musulmana in favore di quella cristiana) ha partorito il suo secondo figlio, una bambina, ed entrambe starebbero bene. Alla mamma e alla neonata però non è stato permesso di tornare a casa, e adesso sono di nuovo in cella. La donna aveva già un altro figlio, Martin, ventidue mesi, che è rimasto in prigione con lei a Khartoum dal 17 febbraio, la data dell’arresto.

Meriam, pur essendo regolarmente sposata, è considerata un’adultera perché il matrimonio con Daniel Wani, sud sudanese cristiano con cittadinanza americana, non è riconosciuto dalle leggi islamiche. Condannata all’impiccagione, il tribunale ha deciso di sospendere l’esecuzione della pena per due anni dalla data della nascita della bambina. Il caso ha fatto nascere una gara di solidarietà internazionale. La condanna non è definitiva: Meriam sarà sottoposta a un nuovo processo, e sarà la Corte suprema del Sudan ad affrontare la vicenda.
La notizia del parto è stata comunicata su Twitter da Antonella Napoli, presidente dell’ong Italians for Darfur. […] «Mamma e piccola sono ora nell’ala ospedaliera del carcere», si legge ancora sulla pagina Facebook di Italians for Darfur. «Gli avvocati hanno chiesto che sia permesso a un dottore di fiducia della famiglia di visitarla. È escluso, al momento, che possano lasciare la prigione. È per questo che la nostra battaglia continua. E non si fermerà fino a quando Meriam e i suoi bambini potranno tornare a casa».

da: CorrieredellaSera.it
data: 27/5/2014

(nella foto di Gabriel Wani: Daniel Wani e Meriam)

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