
A Singapore tengono particolarmente al Gran Premio di Formula Uno e per salvarlo pare siano disposti a tutto; dato che uno tra i pericoli maggiori per l’appuntamento è la pioggia – piuttosto comune, in questa stagione, da quelle parti – si sono inventati una pratica piuttosto singolare: prima che i bolidi scendano in pista, un gruppo di leader spirituali entra nel circuito per una preghiera di benedizione.
Lo segnala, con sorpresa, Alessia Anniballo sulla newsletter Le tigri asiatiche: «i singaporiani fanno di tutto per scacciare i temporali. E lo fanno con cipolle, peperoncini, sciamani e una buona dose di preghiere. Prima della corsa, 10 leader religiosi rappresentanti di 10 diverse religioni si incontrano sul circuito per benedire l’evento».
In vista della corsa di domenica 2 ottobre, a pregare per evitare la pioggia c’erano rappresentanti indù, zoroastriani, buddisti, taoisti, jainisti, musulmani, sikh e bahai, ma anche un rabbino, Mardoch Abergel, e un pastore luterano, il reverendo Martin Yee Yeow Wai. Entrare nel merito – e nei meriti – sarebbe piuttosto imbarazzante, come pure nelle relative responsabilità; l’unica cosa certa è che, nella giornata della gara e perfino durante le qualifiche del giorno precedente, su Singapore si è scatenato un nubifragio.
foto: letigriasiatiche.substack.com