
Da quando Elon Musk è diventato un referente privilegiato dell’uomo più potente del mondo, il nome della sua Starlink si è ritrovato nell’occhio del ciclone: la rete (privata) di satelliti di proprietà del magnate digitale ha sollevato perplessità relative alla sicurezza delle comunicazioni, tanto da mettere in discussione un possibile accordo con il governo italiano.
Eppure anche Starlink, come tutte le piattaforme, può creare disagio oppure venire vista come un’opportunità, e la Wycliffe associates, organizzazione che si occupa della traduzione della Bibbia negli idiomi meno noti, ha recentemente riconosciuto che la rete satellitare di Musk potrebbe fare la differenza nello svolgimento di un servizio che spesso coinvolge aree del globo dove i ripetitori terrestri sono solo un’ipotesi.
«Starlink consente ai team di comunicare in modo sicuro con i traduttori che vivono in aree remote o oggetto di persecuzione fornendo assistenza, incoraggiamento e fraternità», riassume MNN, e permette di farlo in tempo reale e risparmiando agli operatori spostamenti complessi e pericolosi. Inoltre, «con una connessione costante, i traduttori possono scaricare le risorse essenziali, utilizzare strumenti di traduzione avanzati e condividere in modo sicuro il loro lavoro, garantendo progressi costanti». Un altro vantaggio da non sottovalutare riguarda la sicurezza: in terra di persecuzione le autorità possono monitorare gli spostamenti fisici o tracciare i dati trasmessi attraverso le reti terrestri, mentre l’utilizzo di una rete satellitare tiene i credenti al riparo da questi effetti collaterali.
Starlink, precisa MNN, ha un costo rilevante e per questo richiede un impegno più intenso da parte dei sostenitori, ma nel complesso è la soluzione più convincente tra quelle oggi disponibili.
foto: mnnonline.org