
Al cuore del cristianesimo ci sono le relazioni: il rapporto con Dio, con il prossimo, con la società. Un complesso e delicato tessuto di interazioni che richiede attenzione, cura, lucidità per mantenere il giusto equilibrio ed esercitare al meglio il mandato cristiano, evitando di dare vita a una “cristianità intossicata”.
Proprio su questo tema riflette, nella sua ultima fatica editoriale, Eric W. Gritsch, pastore e professore emerito di Storia della chiesa presso il Gettysburg Lutheran Seminary, che individua e cataloga «quattro tentazioni costanti per il cristianesimo» basate su altrettante relazioni.
Quattro sintomi – o, per dirla in maniera classica, “macro-correnti di pensiero” – per quattro diagnosi: l’antisemitismo (l’alterazione dei rapporti tra cristiani ed ebrei); il fondamentalismo (inteso come integralismo acritico di fronte alla Bibbia); il trionfalismo (il difficile equilibrio tra chiesa e potere secolare); il moralismo (il confronto tra fede e moralità).
Gritsch affronta i singoli temi prendendo le mosse da una interessante disamina storica, inevitabilmente schematica ma non priva di ampi riferimenti – e curiosi aneddoti – che spaziano attraverso i secoli e le denominazioni, per prendere in considerazione i diversi modi in cui epoche e chiese hanno affrontato le varie questioni; pur risultando a tratti un po’ approssimativo – a partire dall’indice – e non sempre condivisibile nelle sue osservazioni, l’autore ha il merito di riportare l’attenzione su derive e pericoli che, per i cristiani, originano dall’estremizzazione del pensiero e della pratica: rischi talvolta fisiologici per una chiesa che vive nel mondo per raggiungere il mondo, ma che proprio per questo è importante riconoscere prima che le “tentazioni” si trasformino in tossine.
Cristianità intossicata
Autore: Eric W. Gritsch
Anno: 2013
Pagine: 227
Prezzo: € 19,5