
Il concetto gramsciano di rivoluzione passiva riprende il centro dell’attenzione: a rispolverarlo è Adriano Prosperi, uno tra i maggiori studiosi di storia moderna (Una rivoluzione passiva – Einaudi, 2022; 429 pp, 34 euro), che torna su uno tra i temi a lui cari, il confronto tra Riforma e Controriforma – o riforma cattolica – raccogliendo una serie di ampi saggi e introduzioni preparate nel corso degli anni.
Il quadro tracciato nel Cinquecento divide l’Europa in due parti: da un lato un nord dove la Riforma attecchisce e trasforma le società in funzione di un diverso modo di interpretare l’appartenenza religiosa e la fede, ma anche la cultura e i rapporti politici; dall’altro lato un sud presidiato dalla chiesa di Roma, arroccato nello sradicamento del dissenso religioso. Un approccio, quest’ultimo, che provoca come effetto collaterale “un riassetto profondo del sistema dei poteri”, un cambio nei rapporti tra papato e intellettuali, che si estende anche oltre i meri contenuti dottrinali.
Il problema, fa notare Prosperi, si sviluppa anche su un altro piano, travalica la terminologia mai accettata unanimemente dagli esperti, e testimonia un processo che non ha mai coinvolto le masse: di qui il concetto che dà il titolo alla raccolta. Prosperi inizia dal confronto tra intellettuali e Chiesa all’inizio dell’età moderna, per poi passare allo sviluppo della figura vescovile tra Quattro e Cinquecento, tra “persistenze, disagi e novità”. Interessante la testimonianza delle relazioni, nella forma di incontri rituali, tra papi e comunità ebraica; da tenere in considerazione, sul piano culturale, anche il controverso rapporto tra chiesa cattolica e letteratura, tra avvicinamenti e censure.
L’ultimo saggio, non meno importante, viene dedicato alla Riforma luterana: “Penitenza e Riforma” affronta il modo in cui Lutero e altri pensatori protestanti dell’epoca hanno tentato di dipanare l’intreccio tra peccato, espiazione, conversione e senso di colpa, affrancandosi dalla confessione auricolare (o comunque trasformandola) per virare verso la consolazione che sgorga dalla certezza della giustificazione per fede.
In chiusura del volume vengono proposte tre ampie introduzioni: non semplici prefazioni ma puntuali inquadramenti storici preparati da Prosperi per raccontare il pensiero di Martin Lutero su un tema sempre spinoso come il rapporto con l’ebraismo (l’occasione è il trattato “Degli ebrei e delle loro menzogne”) e di Erasmo da Rotterdam (contestualizzando i “Colloquia” e gli “Scritti religiosi e morali”).
Il libro:
Adriano Prosperi
Una rivoluzione passiva
Einaudi, 2022
429 pp, 34 euro