Una storia americana

By 28 Aprile 2023Spazio libri

Ottant’anni e una vita da romanzo, in attesa del prossimo colpo di scena: una storia come quella di Joe Biden, 46° presidente degli Stati Uniti, valeva la pena di venire raccontata. Perché sì, tutti ricordano la sfida all’ultimo voto con Donald Trump, le vicende del gennaio 2021 e gli ultimi quattro anni alla Casa Bianca – un mandato che, in realtà, non ha sfondato in termini comunicativi -; qualcuno ricorderà pure il suo precedente passaggio a Pennsylvania Avenue come vice di un presidente storico – comunque la si voglia vedere – come Barack Obama; pochi però, almeno qui da noi, conoscono il suo percorso di vita, pieno di imprevisti, disavventure, drammi e svolte improvvise. Di raccontare la sua storia si è fatto carico Francesco Costa, vicedirettore del Post, che in Una storia americana ha voluto intrecciare la vicenda umana e politica di Biden con quella della sua vice Kamala Harris, la prima donna a ricoprire il ruolo.

Due destini incrociati che Costa valorizza attraverso snodi storici in grado di approfondire le vicende e, insieme, alleggerire il racconto.

L’avventura politica di Biden inizia nel 1972, quando affronta la sua prima sfida impossibile facendo leva sulla caparbietà dei suoi vent’anni, mettendo subito in campo una delle cifre stilistiche del suo modo di essere: il rispetto per l’avversario che, al netto di una certa predisposizione per le gaffe (affrontata con una discreta dose di autoironia), gli ha permesso di ottenere unanime stima in campo politico. Dopo la laurea in legge Biden comincia a praticare come avvocato, per poi diventare senatore del Delaware – da perfetto sconosciuto – quando aveva appena trent’anni con una campagna elettorale letteralmente porta a porta, giocando la carta del rappresentante di una generazione ancora incompresa dai suoi avversari.

La vittoria di Davide contro Golia sembrava l’inizio di un percorso tutto in discesa, quando Biden si ritrovò a dover affrontare la tragica scomparsa della moglie, un trauma che lo portò a valutare la rinuncia al seggio. Nonostante il dolore decise di proseguire, dividendosi tuttavia tra l’impegno politico e il ruolo di padre single, lasciando ogni sera Washington per tornare dai figli. Fu il primo passo di un percorso a ostacoli che lo avrebbe portato ad alternare momenti felici, ambizioni acerbe, pressioni politiche, delicati interventi chirurgici. Fino alla chiamata di Obama per chiedergli di mettere la sua esperienza e la sua empatia – ma anche le sue posizioni controverse e il suo approccio a tratti naif – al servizio della sua corsa alla Casa Bianca.

Il passaggio di testimone sarebbe sembrato nell’ordine delle cose, se la sorte non si fosse messa di traverso portandogli via all’improvviso suo figlio Beau e ponendolo di fronte a un dilemma: a quel punto «rinunciare alla candidatura gli sembrava un tradimento delle ultime volontà di suo figlio. Candidarsi gli sembrava un’impresa fuori dalle sue possibilità», rievoca Costa. Vista la sua età il passo indietro venne letto come un addio alla politica, ma nel 2020 il romanzo sarebbe stato destinato ad arricchirsi di un nuovo capitolo: forse – vista la ricandidatura annunciata nei giorni scorsi – nemmeno l’ultimo.

Del resto, chiosa Costa concludendo il racconto di questa sorprendente cavalcata, «è sempre possibile rialzarsi. Anzi. Bisogna rialzarsi. La storia personale di Joe Biden si era saldata alla storia nazionale degli Stati Uniti». E, al netto delle posizioni politiche di Biden, è difficile non trovare nelle sue alterne vicende umane un incoraggiamento a guardare avanti con coerenza e costanza, senza recedere dai propositi ma, soprattutto, dai propri valori.

Il libro:
Francesco Costa
Una storia americana
Mondadori, 2022
190 pp – 17 euro

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