L’enigma della rampa di Lachis

By 4 Dicembre 2021Cultura, Curiosità, Esteri, Focus

Alcuni dettagli dell’assedio assiro alla città giudea di Lachis, nel 701 avanti Cristo, sono stati oggetto di uno studio multidisciplinare i cui risultati compaiono ora sull’Oxford Journal of Archaeology (la presentazione del lavoro è qui). La ricerca spiega il Giorno, ha combinato fonti bibliche e storiche confrontandole con lo studio dei reperti archeologici.

Il principale quesito su cui i ricercatori si sono concentrati riguardava una rampa costruita dagli assedianti, opera che permise loro di invadere la città; per comprendere il modo in cui il manufatto sia stato realizzato gli studiosi hanno usato l’analisi fotogrammetica, una mappa digitale creata attraverso immagini aeree e i riscontri concreti presenti sul territorio.

All’epoca dell’assedio – ricorda Il Giorno – l’Assiria era una superpotenza del Vicino Oriente e controllava un territorio che si estendeva dall’odierno Iran all’Egitto. Il Regno di Giuda era uno stato vassallo relativamente piccolo che tentò di liberarsi dall’influenza dell’Assiria alleandosi con l’Egitto. Il regno ebraico riuscì a respingere gli Assiri, ma la guerra fu tanto devastante che non riuscì a riprendersi completamente fino alla caduta per mano dei Babilonesi che nel 586 avanti Cristo conquistarono Gerusalemme, distrussero il Primo Tempio e mandarono molti ebrei in esilio».

La rampa in questione, secondo gli studiosi, venne costruita passando le singole pietre attraverso una catena umana composta da un migliaio di prigionieri di guerra, partendo da una cava presente nei paraggi; l’espediente permise di spostare circa 160 mila pietre al giorno e di completare l’opera in meno di un mese. «Una volta eretta la rampa – spiega Yosef Garfinkel, archeologo dell’Università di Gerusalemme che ha guidato la ricerca -, l’esercito assiro aprì una breccia nelle mura con gli arieti e conquistò la città».

foto: ilgiorno.it

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