
Il 12 febbraio del 2000 ci lasciava Charles Schulz, papà dei Peanuts; poche ore dopo, per una singolare coincidenza, sarebbe stata pubblicata in tutto il mondo la sua ultima tavola, un congedo dal pubblico e dai suoi amati Charlie Brown, Snoopy, Linus e dalla variegata compagnia di personaggi che dagli anni Cinquanta hanno fatto divertire e riflettere generazioni di lettori.
Pochi sanno che l’Italia scoprì i lavori di Schulz grazie a Umberto Eco: l’episodio è stato rievocato da Roberto Cotroneo, qualche settimana fa, sul Corriere. Dopo aver proposto Woody Allen a Bompiani, ha spiegato Cotroneo, Eco fa «la stessa cosa… con un americano schivo e silenzioso, che disegna fumetti con bambini molto saggi e un cane che scrive romanzi, lo consiglia a Milano Libri, e scrive la prefazione, che inizia così: “Charles Schultz non beve, non fuma e non bestemmia”. È la data di nascita dei Peanuts in Italia».
Schulz, vale la pena di ricordarlo, non ha mai fatto mistero della propria fede, e per un periodo è stato anche predicatore locale; la sua fede, nel tempo, ha visto poi una svolta intimista – come ha raccontato David Michaelis nella sua biografia sul disegnatore -, una svolta in linea con il carattere introverso dell’artista.