Svolta nella triste vicenda di Altavilla Milicia, dove a febbraio una donna era stata uccisa dal marito, che aveva poi infierito anche su due dei figli, in una sorta di esorcismo mirato a liberare la casa dai demoni: l’uomo, che la Stampa descrive come «l’imbianchino con la vocazione della lotta a Satana», in questi mesi ha continuato a ribadire le proprie farneticazioni, tanto che «in carcere si presentava ai compagni di detenzione e agli agenti di polizia penitenziaria per cercare di liberarli dal demonio, rischiando di suscitare reazioni anche pesanti».
Tanto ha fatto che alla fine è stato dichiarato incapace di intendere e di volere: in base alla perizia psichiatrica l’uomo risulta affetto da “disturbo delirante cronico di tipo mistico-religioso” e per questo non è imputabile per la strage. Nel soggetto tuttavia si riscontra una “pericolosità sociale elevata”, sottolinea il giudice; di conseguenza la scarcerazione, già ordinata dai magistrati, si è trasformata in ricovero (almeno provvisorio) presso una residenza psichiatrica assistita. Rimane invece da valutare la posizione della coppia che, insieme a lui, avrebbe consumato i tre omicidi e il ruolo della figlia sopravvissuta alla strage.
Piccola nota a margine: i media hanno riferito la notizia senza aggiungere commenti inappropriati, parlando solo di “folle rito di esorcismo”; soltanto il Giornale ha accennato alla passata contiguità dell’uomo con il movimento evangelico, ma limitandosi a riferire che l’uomo avrebbe conosciuto i suoi due presunti complici “in un incontro nella Chiesa evangelica” che “frequentava prima di acuire l’estremismo religioso”.
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