Uno dei prossimi brani che verranno introdotti nella vostra chiesa potrebbe averlo composto l’intelligenza artificiale. Il prototipo arriva dagli Usa e si intitola “Biblical love”: prodotto dall’etichetta Marquis Boone Enterprises, viene annunciato come il primo canto scritto, registrato e perfino eseguito da un algoritmo. E a un primo ascolto il brano non ha molto da invidiare agli standard che ricorrono, oggi, nella musica cristiana.
Naturalmente c’è da aspettarsi un dibattito sui limiti e i termini teologici di questa sfida, ma la strada pare aperta. E, come rileva con un certo sarcasmo Relevant Magazine, il fenomeno potrebbe risolvere più problemi di quanti ne crea: «con l’intelligenza artificiale non ci sono ego complicati da gestire, nessun disordinato processo di decostruzione spirituale, nessun dubbio e, ovviamente, nessuno scandalo che metta a repentaglio la carriera. Possiede insomma tutto ciò che il moderno business dell’adorazione cerca in un brano: un bel ritornello, alcune parole chiave di impronta biblica e un certo impatto emotivo».
foto: relevantmagazine.com