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   Quali conseguenze ci sono per chi afferma eresie?
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   Autore  Topic: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eresie?  (letto 4977 volte)
alterego45
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #75 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:02:02 »
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Dopo parecchi casi, il fatto diventò spaventoso. Durante la settimana tenevo un corso biblico in una scuola superiore religiosa privata. Con loro andavo con più leggerezza e una volta mi ritrovai a spiegare ancora una volta la serie delle Alleanze che Dio aveva stabilito con il Suo popolo.
La Sua Alleanza con Adamo era stata un matrimonio;  
l’Alleanza con Noè era stata una famiglia;
l’Alleanza con Abramo era stata una tribù;
l’Alleanza con Mosè aveva fatto delle dodici tribù una famiglia nazionale; l’Alleanza con Davide aveva stabilito Israele come famiglia di un regno nazionale;  
mentre Cristo aveva istituito la Nuova Alleanza perché fosse la famiglia universale, cattolica, di Dio.
Uno studente mi domandò: “ Che aspetto avrebbe questa famiglia mondiale di Dio?”. Disegnai una grossa piramide alla lavagna, spiegando: “Ha l’aspetto di una famiglia allargata che copre il mondo intero, con differenti figure paterne a ogni livello, nominate da Dio per amministrare il Suo amore e la Sua Legge ai Suoi figli”.. Uno dei miei studenti cattolici commentò a voce alta: “Quella piramide assomiglia molto alla Chiesa Cattolica, dal Papa, ai Vescovi, fino a noi”. “Eh no! – esplosi – quello che vi sto dando è l’antidoto al cattolicesimo.” Ma le tossine di quel confronto si sentivano e i ragazzi se n’erano accorti. Dopo la pausa una delle mie studentesse si avvicinò e mi disse quasi ridendo: “Abbiamo fatto una votazione, e il risultato è unanime; pensiamo che lei diventerà cattolico”. Alzai la testa dal mio panino e risi nervosamente, mi sembrava una congiura.  
Quando rincasai quel pomeriggio, ero un po’ turbato e raccontai la storia a Kimberly, dandogli un’aria divertita. Aspettai che Kimberly ridesse con me, ma lei mi guardò impassibile e mi disse: “Beh, e lo diventerai?”. Non credevo alle mie orecchie Come poteva minimamente pensare che avrei tradito con tanta disinvoltura la verità della Scrittura e la riforma protestante? Mi sentii come se avessi ricevuto una pugnalata alla schiena. Balbettai: “Com’è possibile che tu dica una cosa simile? Stai rinnegando la tua fiducia in me come pastore e come insegnante? Cattolico?! Sono stato svezzato con gli scritti di Martin Lutero. Che cosa intenti dire?” Con gli occhi  tristi mi chiarì: “Ho sempre pensato a te come una persona molto anticattolica e fedele ai princìpi della Riforma. Ma, da un po’ di tempo, parli in continuazione di sacramenti, di liturgia, di tipologia e di Eucaristia” In coda aggiunse una frase che non dimenticherò mai: “A volte penso che potresti essere un Lutero alla rovescia”. Lutero alla rovescia! Mi andai a rinchiudere nel mio studio. Ero stordito, sconcertato e confuso. Avrei potuto perdere lo spirito mio! Ma dove mi stava portando la Parola di Dio? Lutero alla rovescia: quelle parole mi riecheggiavano nella mente. Ma ero un pastore e un teologo, dovevo superare tutto questo, era solo un fatto passeggero. Ma non ebbi tregua. In quei giorni nacque il nostro primo figlio, Michael. Non dimenticherò mai la sensazione di diventare padre: guardai il nostro bambino e mi resi conto che il potere di dare la vita che ha l’Alleanza era più che una teoria.  
Qualche giorno dopo, mentre lo tenevo tra le braccia, pensavo: a quale chiesa apparterrà? E i suoi figli e i suoi nipoti? In fondo, stavo facendo il pastore in una Chiesa presbiteriana (Trinity Presbyterian Church) che però si era staccata da un gruppo scissionista (la Othodox Presbyterian Church), il quale a sua volta si era separato da un’altra Chiesa (la Presbyterian Church of the USA), e tutto in questo secolo! (Non per niente ci chiamavano le “tre P separate”).    
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #76 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:03:20 »
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***Insegnamento nel Seminario Presbiteriano***
 
In quello stesso periodo da più parti arrivavano inviti e offerte di lavoro. Fui assunto così come docente al seminario presbiteriano. L’oggetto del mio primo corso fu il Vangelo di Giovanni, sul quale stavo anche conducendo una serie di sermoni in chiesa. Nel mio studio preparatorio ero avanti di un paio di capitoli rispetto ai sermoni. Quando arrivai, nel corso della preparazione, al sesto capitolo del Vangelo, passai settimane di attento studio su questi versetti (Gv 6, 48- 68):  
 
[48]Io sono il pane della vita. [49]I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; [50]questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. [51]Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». [52]Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». [53]Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. [54]Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. [55]Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. [56]Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. [57]Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. [58]Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». [59]Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. [60]Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». [61]Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? [62]E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? [63]E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. [64]Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. [65]E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio». [66]Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. La confessione di Pietro [67]Disse allora Gesù ai Dodici: Forse anche voi volete andarvene?». [68]Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna;      
 
Mi stupii di ciò che i miei professori mi avevano insegnato – e di quel che io stesso predicavo alla mia congregazione – e cioè che l’Eucaristìa era un semplice simbolo: un simbolo profondo, certo, ma solo un simbolo. Ma, dopo molta preghiera e molta meditazione, mi resi conto che Gesù non avrebbe potuto parlare in senso figurato quando ci invitava a mangiare la Sua Carne e a bere il Suo Sangue. Gli ebrei che lo ascoltavano non si sarebbero sentiti offesi e scandalizzati da un semplice simbolo.
Inoltre, se avessero frainteso Gesù nel prenderlo alla lettera – mentre Lui intendeva che fossero prese in senso metaforico – Gesù avrebbe potuto facilmente chiarire questo punto.
In effetti, per il fatto che molti discepoli di Gesù smisero di seguirlo (Gv, 6, 60), Egli sarebbe stato moralmente obbligato a spiegare che parlava in termini puramente simbolici. Ma non lo disse mai.
E nessun cristiano, per più di mille anni, negò mai la reale presenza di Cristo nell’Eucaristìa.
A questo punto non c’era da stupirsene. Perciò feci quel che avrebbe fatto qualsiasi pastore o professore di seminario che avesse voluto conservare il suo posto di lavoro: interruppi velocemente la mia serie di sermoni sul Vangelo di Giovanni alla fine del capitolo quinto e saltai a piè pari il capitolo sesto. Benché il resto del mio insegnamento appassionasse molto i miei parrocchiani e i miei studenti delle superiori e i seminaristi, essi intuivano che quella non era l’impostazione dottrinale presbiteriana storica e tradizionale.  
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #77 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:04:36 »
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Volevo invitare Antonio a non incollare interi siti,ma di dare i link se vuole.
 
Chi è interessato potrà andare a leggerli.  Occhiolino
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #78 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:05:27 »
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Una sera, dopo ore di studio e meditazione, mi fermai in salotto e annunciai a Kimberly che non pensavo saremmo rimasti presbiteriani. La Sacra Scrittura mi aveva persuaso profondamente della necessità di dare ai sacramenti e alla liturgia un’importanza maggiore di quella datagli dalla tradizione presbiteriana. Suggerivo di prendere in considerazione la Chiesa evangelica episcopaliana . [NOTA: Per Episcopaliana si intende ogni chiesa protestante che assegni ai vescovi una funzione primaria (in opposizione alle tesi di Calvino che non ammetteva il sacramento dell’Ordine). Negli USA la Protestant Episcopal Church è nata come chiesa anglicana poi resasi autonoma.] Kimberly si accasciò sulla poltrona e cominciò a piangere. “Scott, mio padre è ministro presbiteriano. Mio zio è un ministro presbiteriano. Mio fratello sta preparandosi a diventare un ministro presbiteriano. E tu sei un ministro presbiteriano. Non voglio smettere di essere presbiteriana!” Aveva espresso la sua opinione. Era totalmente condivisibile ma quello che non sapeva è che io, a quel punto, speravo che il cammino potesse terminare nella Chiesa episcopaliana, pur non essendone certo.  
Il corso sul Vangelo di Giovanni andò così bene che al seminario mi chiesero di tenere altri corsi nel semestre successivo. L’anno seguente vi lavorai a tempo pieno e i corsi andarono ancora meglio. Tenni un corso sulla Storia della Chiesa Cattolica, un corso che tentai di rifiutare con tutte le mie forze. Qui uno dei miei migliori studenti John (un ex-cattolico poi tornato alla Chiesa) fece un’esposizione del Concilio di Trento. Dopo l’esposizione, mi pose una domanda enorme e paralizzante, che non mi avevano mai fatto prima. Disse: “Professor Hahn, lei ci ha dimostrato che il Sola Fide non è biblico, e che il grido di battaglia della Riforma è errato, se lo si confronta con le Lettere di Paolo. Come lei sa, l’altro grido di battaglia è il Sola Scriptura. Ebbene professore, mi può dire dov’è che la Bibbia insegna che la nostra autorità è solo la Bibbia?” Lo guardai e mi vennero i sudori freddi. Risposi come avrebbe risposto un qualsiasi professore colto  impreparato: “Che domanda stupida!”.  Ma appena quella frase mi uscì dalla bocca, mi bloccai: avevo promesso che, da insegnante, non avrei mai detto quelle parole. Lo studente non si intimidì, sapeva che non era una domanda stupida. Mi guardò negli occhi e mi disse: “Mi dia allora una risposta stupida”. Ci provai: “Prima leggerei Mt 5, 17. “ … Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge e i Profeti; non sono venuto per abolire ma per dare compimeto….” Poi leggerei 2 Tm 3, 16-17 ” Tutta la Scrittura infati è ispirata da Dio ed utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. “. Poi potremmo vedere che cosa dice Gesù sulla Tradizione in Mt 15”. La sua risposta fu penetrante: “Ma professore, Gesù non stava condannando la Tradizione in quanto tale ma solo la tradizione corrotta! Poi 2 Tm 3 che mi ha citato dice che è utile “tutta la Scrittura”, non dice che è utile “solo la Scrittura”. E cosa ne pensa di 2 Tes 2, 15”? “Vediamo cosa dice”, e prendemmo quel passo: “Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso così dalla nostra parola come dalla nostra lettera”. Replicai in fretta: “John guarda che stiamo andando fuori tema. Adesso proseguiamo; poi ti dirò qualcosa la settimana prossima”. Vidi bene la sua insoddisfazione. Non ero soddisfatto nemmeno io. Quella notte mentre guidavo sull’autostrada, guardavo l’orizzonte e chiedevo: “Signore, che cosa sta succedendo? Dov’è che la Scrittura dice Sola Scriptura”? Erano due i pilastri su cui i protestanti basavano la loro Riforma: uno era già crollato, l’altro traballava. L’angoscia aumentava. Studiai tutta la settimana. Non conclusi niente. Telefonai a qualche amico. Non feci alcun progresso. Alla fine, telefonai a due dei migliori teologi americani, e a qualche mio ex-insegnante. Quelli che consultai erano sconvolti dal fatto che ponessi loro una domanda   simile. Ed erano ancora più sbalorditi perché non ero soddisfatto delle loro risposte. Ormai ero un fiume in piena. A un professore chiesi: “Forse soffro di amnesie, ma ho dimenticato le semplici ragioni per le quali noi protestanti crediamo che la nostra sola autorità sia la Bibbia”  “Scott che domanda stupida!”  “Mi dia una risposta stupida!”  “Scott – rispose – sei ormai uno dei teologi più ammirati. =========== continua
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alterego45
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #79 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:06:52 »
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on 20.10.2006 alle ore 13:05:27, alterego45 wrote:
Una sera, dopo ore di studio e meditazione, mi fermai in salotto e annunciai a Kimberly che non pensavo saremmo rimasti presbiteriani. La Sacra Scrittura mi aveva persuaso profondamente della necessità di dare ai sacramenti e alla liturgia un’importanza maggiore di quella datagli dalla tradizione presbiteriana. Suggerivo di prendere in considerazione la Chiesa evangelica episcopaliana . [NOTA: Per Episcopaliana si intende ogni chiesa protestante che assegni ai vescovi una funzione primaria (in opposizione alle tesi di Calvino che non ammetteva il sacramento dell’Ordine). Negli USA la Protestant Episcopal Church è nata come chiesa anglicana poi resasi autonoma.] Kimberly si accasciò sulla poltrona e cominciò a piangere. “Scott, mio padre è ministro presbiteriano. Mio zio è un ministro presbiteriano. Mio fratello sta preparandosi a diventare un ministro presbiteriano. E tu sei un ministro presbiteriano. Non voglio smettere di essere presbiteriana!” Aveva espresso la sua opinione. Era totalmente condivisibile ma quello che non sapeva è che io, a quel punto, speravo che il cammino potesse terminare nella Chiesa episcopaliana, pur non essendone certo.  
Il corso sul Vangelo di Giovanni andò così bene che al seminario mi chiesero di tenere altri corsi nel semestre successivo. L’anno seguente vi lavorai a tempo pieno e i corsi andarono ancora meglio. Tenni un corso sulla Storia della Chiesa Cattolica, un corso che tentai di rifiutare con tutte le mie forze. Qui uno dei miei migliori studenti John (un ex-cattolico poi tornato alla Chiesa) fece un’esposizione del Concilio di Trento. Dopo l’esposizione, mi pose una domanda enorme e paralizzante, che non mi avevano mai fatto prima. Disse: “Professor Hahn, lei ci ha dimostrato che il Sola Fide non è biblico, e che il grido di battaglia della Riforma è errato, se lo si confronta con le Lettere di Paolo. Come lei sa, l’altro grido di battaglia è il Sola Scriptura. Ebbene professore, mi può dire dov’è che la Bibbia insegna che la nostra autorità è solo la Bibbia?” Lo guardai e mi vennero i sudori freddi. Risposi come avrebbe risposto un qualsiasi professore colto       impreparato: “Che domanda stupida!”.  Ma appena quella frase mi uscì dalla bocca, mi bloccai: avevo promesso che, da insegnante, non avrei mai detto quelle parole. Lo studente non si intimidì, sapeva che non era una domanda stupida. Mi guardò negli occhi e mi disse: “Mi dia allora una risposta stupida”. Ci provai: “Prima leggerei Mt 5, 17. “ … Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge e i Profeti; non sono venuto per abolire ma per dare compimeto….” Poi leggerei 2 Tm 3, 16-17 ” Tutta la Scrittura infati è ispirata da Dio ed utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. “. Poi potremmo vedere che cosa dice Gesù sulla Tradizione in Mt 15”. La sua risposta fu penetrante: “Ma professore, Gesù non stava condannando la Tradizione in quanto tale ma solo la tradizione corrotta! Poi 2 Tm 3 che mi ha citato dice che è utile “tutta la Scrittura”, non dice che è utile “solo la Scrittura”. E cosa ne pensa di 2 Tes 2, 15”? “Vediamo cosa dice”, e prendemmo quel passo: “Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso così dalla nostra parola come dalla nostra lettera”. Replicai in fretta: “John guarda che stiamo andando fuori tema. Adesso proseguiamo; poi ti dirò qualcosa la settimana prossima”. Vidi bene la sua insoddisfazione. Non ero soddisfatto nemmeno io. Quella notte mentre guidavo sull’autostrada, guardavo l’orizzonte e chiedevo: “Signore, che cosa sta succedendo? Dov’è che la Scrittura dice Sola Scriptura”? Erano due i pilastri su cui i protestanti basavano la loro Riforma: uno era già crollato, l’altro traballava. L’angoscia aumentava. Studiai tutta la settimana. Non conclusi niente. Telefonai a qualche amico. Non feci alcun progresso. Alla fine, telefonai a due dei migliori teologi americani, e a qualche mio ex-insegnante. Quelli che consultai erano sconvolti dal fatto che ponessi loro una domanda             simile. Ed erano ancora più sbalorditi perché non ero soddisfatto delle loro risposte. Ormai ero un fiume in piena. A un professore chiesi: “Forse soffro di amnesie, ma ho dimenticato le semplici ragioni per le quali noi protestanti crediamo che la nostra sola autorità sia la Bibbia”  “Scott che domanda stupida!”  “Mi dia una risposta stupida!”  “Scott – rispose – sei ormai uno dei teologi più ammirati. =========== continua
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #80 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:08:49 »
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E’ impossibile dimostrare il Sola Scriptura con la Bibbia. La Bibbia  non dichiara di essere la sola autorità del cristiano. Per farla breve, Scott, il Sola Scriptura è essenzialmente il credo storico della Riforma, oltre e contro la pretesa cattolica che l’autorità sia costituita dalla Bibbia e dalla chiesa e dalla Tradizione. Per noi, quindi, questo è un presupposto teologico, un punto di partenza, più che una conclusione provata”. Poi mi indicò i passi che avevo indicato anch’io al mio studente e io gli diedi le stesse risposte penetranti. “C’è qualcos’altro?” volli sapere. “Scott, ma guarda quello che insegna la Chiesa Cattolica! E’ ovvio che la Tradizione cattolica è sbagliata!”  
“E’ ovvio che è sbagliata” assentii. “Ma dov’è che è condannato il concetto-base di Tradizione? E Paolo in Tessalonicesi (2 Tessalonicesi 2, 15) “ .. Perciò fratelli state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso così dalla nostra parola come dalla nostra lettera….. “ cosa voleva dire quando esortava a seguire la Lettera e l’insegnamento orale, poi Tradizione?” Continuai a spingere: “Non è paradossale che noi pastori e teologi continuiamo a dire che i cristiani possono credere solo alla Bibbia e poi la stessa Bibbia non dice di essere la sola autorità?”. A un altro teologo, mio amico, domandai: “Qual è la colonna e il sostegno della Verità?”  
“La Bibbia naturalmente!”
“E allora perché la Bibbia stessa ci dice in 1 Tm 3, 15 ( ….; ma se dovessi tardare , voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colona e sostegno della verità. “)  che la colonna e il fondamento della Verità è la Chiesa?”
“Tu mi stai prendendo in giro Scott!”  
“Sono io che mi sento preso in giro!”
“E poi Scott… quale Chiesa dobbiamo riconoscere in quel versetto?”   “Appunto: quanti aspiranti ci sono per questo posto di lavoro? Voglio dire, quante Chiese sostengono di essere la colonna e il sostegno della Verità?” “Scott questo significa che diventerai cattolico?”  “Spero di no”. Sentivo la terra tremare, come se mi stessero tirando il tappeto da sotto i piedi. Poco tempo dopo, il presidente del Consiglio direttivo del seminario mi propose, dietro delibera del Consiglio, di accettare un incarico a tempo pieno come capo del Corpo insegnante del seminario. La proposta nasceva dal successo dei miei corsi e dall’entusiasmo che avevo suscitato tra i miei studenti. Quello era un posto che sogna di trovare un uomo a fine carriera e io ero giovanissimo! Ma lo rifiutai. La sera tornai a casa e dovetti parlarne con Kimberly: “Tesoro, non c’è niente al mondo che preferirei all’insegnamento in un seminario. Ma voglio essere certo che sto insegnando la Verità. Perché un giorno dovrò stare davanti a Cristo e rendergli conto di quello che ho insegnato ai suoi figli. Non mi servirà a niente nascondermi dietro il nome della mia Chiesa o dei miei insegnanti. Devo potergli dire <SIGNORE quello che ho insegnato è la Parola che Tu hai lasciato>. E io, Kimberly, in questo momento, non so più con sicurezza quello che Lui ha detto. Finché non lo capirò, non potrò insegnare”. Lei rispose con calma: “E’ questo che rispetto di te, Scott. Ma se le cose stanno così dovremo affidarci al Signore perché ci trovi un lavoro”. Pensai: Dio la benedica.  
Questa conversazione mi portò a un’altra decisione dolorosa. Annunciai le mie dimissioni da pastore agli anziani della Trinità Presbyterian Church. A quel punto, non sapevo cosa avrei fatto, ma sapevo che dovevo essere onesto. Desideravo solo che il Signore mi rivelasse la strada giusta.
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« Rispondi #81 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:10:20 »
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on 20.10.2006 alle ore 13:08:49, alterego45 wrote:
E’ impossibile dimostrare il Sola Scriptura con la Bibbia. La Bibbia  non dichiara di essere la sola autorità del cristiano. Per farla breve, Scott, il Sola Scriptura è essenzialmente il credo storico della Riforma, oltre e contro la pretesa cattolica che l’autorità sia costituita dalla Bibbia e dalla chiesa e dalla Tradizione. Per noi, quindi, questo è un presupposto teologico, un punto di partenza, più che una conclusione provata”. Poi mi indicò i passi che avevo indicato anch’io al mio studente e io gli diedi le stesse risposte penetranti. “C’è qualcos’altro?” volli sapere. “Scott, ma guarda quello che insegna la Chiesa Cattolica! E’ ovvio che la Tradizione cattolica è sbagliata!”  
“E’ ovvio che è sbagliata” assentii. “Ma dov’è che è condannato il concetto-base di Tradizione? E Paolo in Tessalonicesi (2 Tessalonicesi 2, 15) “ .. Perciò fratelli state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso così dalla nostra parola come dalla nostra lettera….. “ cosa voleva dire quando esortava a seguire la Lettera e l’insegnamento orale, poi Tradizione?” Continuai a spingere: “Non è paradossale che noi pastori e teologi continuiamo a dire che i cristiani possono credere solo alla Bibbia e poi la stessa Bibbia non dice di essere la sola autorità?”. A un altro teologo, mio amico, domandai: “Qual è la colonna e il sostegno della Verità?”  
“La Bibbia naturalmente!”
“E allora perché la Bibbia stessa ci dice in 1 Tm 3, 15 ( ….; ma se dovessi tardare , voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colona e sostegno della verità. “)  che la colonna e il fondamento della Verità è la Chiesa?”
“Tu mi stai prendendo in giro Scott!”  
“Sono io che mi sento preso in giro!”
“E poi Scott… quale Chiesa dobbiamo riconoscere in quel versetto?”             “Appunto: quanti aspiranti ci sono per questo posto di lavoro? Voglio dire, quante Chiese sostengono di essere la colonna e il sostegno della Verità?” “Scott questo significa che diventerai cattolico?”  “Spero di no”. Sentivo la terra tremare, come se mi stessero tirando il tappeto da sotto i piedi. Poco tempo dopo, il presidente del Consiglio direttivo del seminario mi propose, dietro delibera del Consiglio, di accettare un incarico a tempo pieno come capo del Corpo insegnante del seminario. La proposta nasceva dal successo dei miei corsi e dall’entusiasmo che avevo suscitato tra i miei studenti. Quello era un posto che sogna di trovare un uomo a fine carriera e io ero giovanissimo! Ma lo rifiutai. La sera tornai a casa e dovetti parlarne con Kimberly: “Tesoro, non c’è niente al mondo che preferirei all’insegnamento in un seminario. Ma voglio essere certo che sto insegnando la Verità. Perché un giorno dovrò stare davanti a Cristo e rendergli conto di quello che ho insegnato ai suoi figli. Non mi servirà a niente nascondermi dietro il nome della mia Chiesa o dei miei insegnanti. Devo potergli dire <SIGNORE quello che ho insegnato è la Parola che Tu hai lasciato>. E io, Kimberly, in questo momento, non so più con sicurezza quello che Lui ha detto. Finché non lo capirò, non potrò insegnare”. Lei rispose con calma: “E’ questo che rispetto di te, Scott. Ma se le cose stanno così dovremo affidarci al Signore perché ci trovi un lavoro”. Pensai: Dio la benedica.  
Questa conversazione mi portò a un’altra decisione dolorosa. Annunciai le mie dimissioni da pastore agli anziani della Trinità Presbyterian Church. A quel punto, non sapevo cosa avrei fatto, ma sapevo che dovevo essere onesto. Desideravo solo che il Signore mi rivelasse la strada giusta.
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #82 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:11:26 »
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***Assistente Amministrativo del rettore del Grove City College***  
 
Senza lavoro e motivi per restare, decidemmo di tornare alla città dove eravamo cresciuti e ci eravamo conosciuti. Lì conoscevamo tante persone e la città era piccola e graziosa. Speravo in cuor mio di trovare un lavoro che mi lasciasse le sere libere per studiare i difficili problemi che mi tormentavano. Giunto lì accettai l’offerta di lavorare come Assistente Amministrativo del rettore del Grove City College. Era un lavoro perfetto! Lavoravo dalle nove alle cinque in ufficio e prestavo la mia opera come insegnante ospite part-time nella classe di teologia, guardandomi però bene dall’evitare argomenti spinosi. Avevo le sere libere come desideravo. Uno dei miei ex-docenti mi chiese perché eravamo tornati in città. Aveva sentito dei successi che avevo conseguito in Virginia, del mio ministero in una chiesa in forte espansione, nonché dell’insegnamento al seminario. Gli dissi solo che la vita era frenetica e ne soffrivamo come famiglia. Purtroppo non potevo rivelargli i veri motivi, non avrebbe capito e poi neanch’io li conoscevo con esattezza! Poco dopo il nostro trasferimento, durante una visita ai parenti di mia moglie, scoprii una libreria di testi usati che aveva rilevato la biblioteca di un prete cattolico defunto, il quale era anche un noto studioso della Sacra Scrittura. Nei successivi due anni uscii da lì con cieca trenta scatole dei suoi libri di teologia. Iniziai a divorarli, anche 5/6 ore al giorno. Ne lessi a decine e per la prima volta ascoltavo la dottrina della Chiesa dalla bocca degli stessi cattolici. Qualche volta, di sera, giocavo con mia moglie a un quiz che chiamai indovina il teologo”, e una volta dopo averle letto un testo le chiesi: “Chi è l’autore?”. “Sembra uno dei tuoi sermoni di quando eravamo in Virginia –rispose – Non hai idea di quanto mi manchi ascoltarti predicare!” “Non sono io. Ti ho letto un documento del Vaticano II. Ci crederesti?”. “Non voglio sentirlo!” fu la sola risposta. In effetti la cosa spaventava Kimberly non poco, anzi era terrorizzata… Ma lei rimaneva salda con la speranza che un giorno sarei tornato indietro… Una sera mi fermai in sala da pranzo mentre andavo verso lo studio e le confessai: “ Kimberly, devo essere onesto. Ormai so molto sulla lunga teologia cattolica, e penso che Dio mi stia chiamando a diventare cattolico”. Al che lei rispose in fretta: “Non potremmo diventare episcopaliani?”. Andava bene tutto, ma non cattolico!  
 
Qualche giorno dopo mi recai in un seminario cattolico di rito bizantino, solo per seguire la loro liturgia dei Vespri. Non era una Messa: era solo preghiera, con tutte le prostrazioni, l’incenso, le icone, i profumi e i campanelli. Quando fu finita, un seminarista mi chiese che impressioni avevo avuto. Mi limitai a mormorare: “Ora so perché Dio mi ha dato un corpo: per adorare il Signore con il Suo popolo nella liturgia”. Ma cercavo comunque un appiglio per evitare il gran passo, il passato era pesantissimo sia dal punto di vista morale che dei  
rimorsi. Perciò iniziai a esaminare la Chiesa ortodossa. Di fatto era dottrinalmente uguale e mi sarebbe costato meno. Andai a trovare Peter Gilquist, un ex evangelico entrato poi nella Chiesa Ortodossa Antiochena, per sentire il motivo per cui aveva scelto la Chiesa Orientale e non quella Latina. Beh le motivazioni furono prettamente psicologiche e non sostanziali, ma una cosa non mi piaceva e cioè che la Chiesa fosse divisa a sua volta in Chiese nazionali, secondo le etnie, e alla fine si sembrava come quelle protestanti… Era però meravigliosa per la Liturgia e la Tradizione, anche se stagnante in teologia.  
 
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #83 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:12:38 »
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***In viaggio verso casa***  
 
Da anni mi succedeva spesso di “parlare di lavoro”, in lunghissime telefonate notturne, con il mio vecchio amico del Gordon-Conwell, Gerry Matatics. Un vero fratello spirituale, che amava la Bibbia quanto me ed era anticattolico anche più di me, che già ero esagerato. A quel tempo faceva il pastore in una chiesa a Harrisburg. Fino ad allora non gli rivelai nulla dei miei studi recenti fino a che una notte sentii il bisogno di leggergli un passo da “Lo spirito e le forme del Protestantesimo” di Padre Louis Bouyer. Non gli dissi  autore e titolo e nemmeno di quale estrazione fosse. Volevo sentire solo la sua reazione. Dopo una lunga pausa, Gerry disse eccitato:  “Ehi, questo è materiale davvero buono, Scott. Chi è l’autore che stai leggendo?”. Questa risposta mi spiazzò. Non avevo previsto che quel brano gli sarebbe piaciuto così. Risposi debolmente: “Louis Bouyer”. Lui: “Bouyer? Mai sentito nominare. Cos’è? Anglicano?”. “No”. “Ok, Scott. Leggerò i luterani”. “No, non è luterano”. “Beh, dai... è metodista?”. “No”. Impaziente disse: “Dai, Scott, dove siamo? In una trasmissione a quiz? Smettila di giocare e dimmi che cos’è quell’autore...”. Mi coprii la bocca e mormorai: “Cattolico”. Sentii Gerry battere sul telefono e dire:  “Scott, ci deve essere un disturbo sulla linea. Non sono riuscito a capire che cos’hai detto”. Mormorai un po’ meno piano: “Ho detto che è cattolico”. Lui: “Scott, dev’esserci sul serio qualcosa che non funziona nel mio telefono. Avrei giurato che tu avessi detto che è cattolico…”. Io: “L’ho detto Gerry. In effetti, ultimamente, sto leggendo molti autori cattolici”. All’improvviso tutto cominciò a sgorgarmi fuori: “Devo dirtelo, Gerry; ho scoperto l’oro. Non so perché, ma in seminario non ci hanno mai parlato delle menti teologiche più brillanti della nostra epoca: uomini come Henri de Lubac, Reginald Garrigou-Lagrange, Hans Urs von Balthasar, Joseph Pieper, Jean Danièluo, Christopher Dawson, Matthias Scheeben e tanti altri. Sono fantastici, anche se sbagliano. E’ una miniera d’oro!”. Gerry fu sbalordito: “Scott, accidenti, calmati! Aspetta un attimo. Che cosa sta succedendo?”. Sospirai: “Gerry, mi devi aiutare”. Mi rispose: “Ti aiuterò. Sì, fratello, ti aiuterò. Dammi una lista dei tuoi titoli e io ti darò una lista dei migliori libri anticattolici che conosco”. Così, mandai a Gerry una lista dei migliori libri che avevo letto in quel periodo. Quando arrivò poi, la lista di Gerry mi accorsi che avevo letto praticamente tutti quei testi che mi raccomandava. Mi ritelefonò un mese dopo. Kimberly era emozionata, visto che vedeva in lui la mia salvezza. Aveva sperato e pregato Dio di mandare qualcuno in mio soccorso e Gerry sembrava costui. Mi sussurrò mentre impugnavo il ricevitore: “Finalmente qualcuno ti prenderà sul serio, Scott. Pregherò per la tua conversazione”. Per Kimberly, Gerry era un “cavaliere dall’armatura rilucente” mandato da Dio per salvare suo marito dall’eresia. E aveva le credenziali per farlo: era uno studioso “Phi Beta Kappa” (appartenente a un gruppo onorifico americano che riunisce gli studiosi più brillanti ndR) che si era specializzato in greco antico e latino e aveva studiato ebraico e aramaico.
 
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #84 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:13:58 »
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Era più che pronto al combattimento.  Nel mese trascorso dalla nostra ultima conversazione, Gerry aveva letto ogni libro della mia lista, e anche qualcuno di più. Voleva salvarmi. Dopo i saluti mi chiese: “Puoi darmi qualche altro titolo? Voglio proprio essere onesto”. Dissi: “Certo, Gerry. Ti manderò altri titoli. Con piacere”. Circa un mese dopo, discutemmo per tre o quattro ore fino alle tre del mattino. Alla fine della telefonata mi infilai silenziosamente nel letto, ma Kimberly era sveglissima: “Com’è andata?”. Risposi:  “Meravigliosamente”. Si sedette sul letto: “Davvero? Sapevo che il Signore avrebbe ascoltato le mie preghiere e che Gerry sarebbe stato d’aiuto!”. “Gerry è stato davvero d’aiuto, ha letto ogni libro”. Lei: “Scott, Gerry ti ha preso davvero sul serio”. “Puoi dirlo, cara”. “E che cosa pensa di quei libri, Scott?”. “Beh dice che per ora a essere onesti non trova nessuna dottrina cattolica che non possa avere base biblica”. Queste non erano le parole che Kimberly si aspettava di sentire. “Che cosa?”. Nell’oscurità la sentii accasciarsi sul letto. Nascose il viso nel guanciale e iniziò a singhiozzare come una bambina. Cercai di calmarla ma lei gridò: “Non toccarmi. Mi sento così tradita!”. “Dai tesoro, Gerry ci sta ancora studiando… vedremo…”. Invece Gerry, che avrebbe dovuto salvarmi, finì per entusiasmarsi di quel che leggeva. Cominciò un nuovo studio della Bibbia e vide quanto senso aveva la dottrina cattolico/ortodossa alla luce della teologia dell’Alleanza e degli insegnamenti dei primi Padri della Chiesa. Parlammo più volte in teleselezione alla ricerca dei punti deboli dell’insegnamento cattolico ma ogni volta riconoscevamo che era possibile una risposta, seppur complessa. Ci stavamo innervosendo. Nel frattempo era nato il nostro secondo figlio, Gabriel. Kimberly  stava attraversando un momento orribile: Bimbi per casa, un marito che sentiva lontano. Un marito che, teologo come lei, studiava a tempo pieno dottrine di cui sapeva tutto il male del mondo, studiare una Chiesa che aveva sempre avvertito come “il Male”. Nel frattempo avevo cercato di parlare della Chiesa cattolica con qualche sacerdote in modo da avere risposte ad alcune domande. Ma mi scoraggiarono tutti, uno dopo l’altro. A uno di loro domandai:  “Padre Jim, come devo fare per convertirmi alla Chiesa Cattolica?”. Conoscendomi rispose: “Non penso che ci sia bisogno che lei si converta. Dopo il Concilio Vaticano II, convertirsi non è ecumenico! La cosa migliore che lei può fare è essere il miglior presbiteriano che riesce ad essere. Lei aiuterà di più la Chiesa Cattolica rimanendo dov’è”. Sorpreso e allibito, risposi: “Guardi che non le sto chiedendo di costringermi o di forzarmi a diventare cattolico. Penso che Dio mi stia chiamando ad entrare nella Chiesa cattolica, dove c’è la mia casa, la mia famiglia basata sull’Alleanza con il Signore”. Rispose in tono glaciale: “Senta, se ha bisogno di qualcuno che l’aiuti a convertirsi, si è rivolto alla persona sbagliata”.
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #85 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:19:07 »
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Andreiu , come fruitore del forum ti chiedo di fare
un eccezione :dovesse pensare che non vuoi farlo
parlare .
 
facciamolo fare  poi gli risponderemo .
« Ultima modifica: 20.10.2006 alle ore 13:21:51 by Crowbar » Loggato
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #86 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:20:01 »
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Rimasi sbalordito. Tornato a casa sconfortato, pregai Dio di mandarmi qualcuno che rispondesse alle mie domande. Mi venne l’idea di iscrivermi, come semplice studentello, a un corso di teologia di un’università cattolica. Presentai domanda di ammissione alla Duquesne University di Pittsburgh. Fui accettato. Entravo nelle aule con la mia borsetta ed ero l’unico protestante a seguire molti di quei seminari. Cosa ancora più inquietante ero spesso l’unico che difendesse Giovanni Paolo II! Paradossale. Non era chiaro se lì avrei trovato una risposta alle mie domande.  
Qualche volta un amico cattolico di Grove City mi accompagnò giù a Pittsburgh, dove si incontrava con Don John Debicky, un sacerdote dell’Opus Dei. Non sapevo cosa fosse l’Opus Dei ma so solo che prendeva sul serio le mie domande, mi dava risposte ponderate e pregava per me. Era una persona molto umile e solo più tardi scoprii che aveva studiato teologia a Roma e lì aveva ricevuto il dottorato. Molti cattolici della Duquesne University, conoscendomi e ascoltandomi dopo qualche tempo mi presero da parte e mi dissero: “Fai veramente cantare la Bibbia. Sembra cattolica, quando parli tu”. Dissi: “Penso che sia cattolica”. Quella notte domandai a me stesso a voce alta, in modo che Kimberly sentisse: “Perché Gerry ed io siamo i soli a vedere le dottrine cattoliche nella Bibbia?”. Kimberly rispose cinicamente: “Forse la Chiesa Cattolica di cui tu stai leggendo non esiste più!” Mi chiedevo se potesse avere ragione. Era un pensiero spaventoso. Sapevo che Kimberly pregava perché io ricevessi aiuto. E anch’io pregavo per questo. Qualcuno mi spedì per posta una corona del rosario in plastica. Mentre guardavo quei grani, sentii che mi stavo scontrando con il più duro di tutti gli ostacoli: Maria (i cattolici non hanno idea di  quanto le dottrine e le devozioni mariane siano dure da accettare per i cristiani biblici). Mi chiusi nel mio ufficio e pregai in silenzio: “Signore, la Chiesa Cattolica ha trovato la risposta giusta in novantanove casi su cento. L’unico grosso ostacolo è Maria. Ti chiedo scusa in anticipo per quello che sto per fare se è blasfemo… “. Recitai così il mio primo rosario dicendo: ”Maria, se sei anche solo la metà di quello che i cattolici dicono, spero che il Signore me ne dia rivelazione”. Lo recitai di nuovo per quella intenzione molte volte nella settimana successiva, ma poi me ne dimenticai. Tre mesi dopo, mi accorsi che, dal giorno in cui avevo chiesto al Signore una risposta chiara, la situazione si era completamente rinnovata e la richiesta era stata esaudita! Ringraziai Dio per la Sua Misericordia e cominciai a portare sempre il rosario con me, e da quella volta lo recitai ogni giorno.  
E’ una preghiera potente; un’arma incredibile che mette in luce lo scandalo dell’incarnazione: il Signore ha preso un’umile vergine contadina, e l’ha elevata alla dignità di colei che ha dato una natura umana immune dal peccato al Figlio Unigenito di Dio in modo che potesse diventare il nostro Salvatore. Cristo ha obbedito in maniera perfetta alla Legge compreso il comandamento di onorare il padre e la madre. La parola ebraica per “onorare” è Kabodah, che letteralmente significa glorificare. Il signore ha dunque, perfettamente onorato anche la Sua madre terrena, Maria. E detto questo, noi siamo chiamati a imitar il Cristo e quando onoriamo Maria imitiamo Lui, onorando chi Egli onora e con lo stesso onore che Lui gli attribuisce. In Luca 1, 48 c’è scritto: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” e questo fa il rosario: realizza quel versetto.  
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #87 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:21:18 »
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In quel periodo io e Gerry tentammo di avere un confronto veramente elevato e finalmente un giorno Gerry mi chiamò per invitarmi a partecipare con lui ad un incontro con uno dei nostri maestri più brillanti, il Dr. John Gerstner, teologo calvinista con forti convinzioni anticattoliche. Gerry gli aveva rivelato che stavamo prendendo in forte considerazione le istanze cattoliche e che desideravamo incontrarlo per discuterne. Lui accettò e Gerry  organizzò tutto. Potevamo portare le Bibbie in greco, latino ed  ebraico più tutti i testi che volevamo. Si sarebbe dovuto parlare di quante più cose possibile ma in primis il Sola Fide. L’appuntamento era a vicino casa di Gerry a 4 ore di auto da noi per cui io e il Dr Gerstner dovemmo andare assieme da lui. In auto iniziammo il nostro confronto e gli presentai tutte le istanze che mi avevano portato a considerare con tanta serietà la Chiesa Cattolica. Lui mi ascoltò con attenzione e rispetto. Per lui non erano ragioni sufficienti per abbracciare quella che definiva la “sinagoga di Satana” e in coda mi fece una domanda a bruciapelo:  “Scott e allora mi dici che base biblica trovi nella figura del Papa?”.  
 
Risposi con calma: “Dr. Gerstner, lei sa quanto il Vangelo di Matteo sottolinei il ruolo di Gesù come figlio della casa di Davide e re d’Israele, mandato dal Padre per inaugurare il regno dei cieli. Io credo che Matteo 16, 17-19 mostri come Gesù stabilisca tale regno. Gesù ha dato a Simone tre cose: 1 – il nome di Pietro, o Cefa, nel senso di Roccia solida; 2 – la promessa di costruire la  
Sua Chiesa su Pietro; 3 – le chiavi del regno dei cieli. E’ questo terzo punto che io trovo così interessante. Quando Gesù parla delle “chiavi del regno”, si riferisce a un importante passaggio dell’Antico Testamento, Isaia 22, 20-22, in cui Ezechia, l’erede al trono di Davide e re di Israele al tempo di Isaia, aveva sostituito il suo vecchio primo ministro, Shebna, con uno nuovo, chiamato Eliakim. Chiunque poteva dire quale, fra i membri del gabinetto reale, fosse il nuovo primo ministro, dato che costui aveva ricevuto le “chiavi del regno”. Affidando a Pietro le “chiavi del regno”, Gesù stabilì la funzione di primo ministro per governare la Chiesa, intesa come Suo regno sulla terra. Le “chiavi” sono dunque, un simbolo dell’ufficio di Pietro, da trasmettere al suo successore per proseguire questo ufficio stesso”.
 
Il Dr. Gerstner rispose: “Questo  è un argomento ingegnoso, Scott”. E io: “E allora perché noi protestanti non riconosciamo tale ufficio?”. Disse ancora: “Beh… non  sono sicuro di averci studiato abbastanza. Non da questa prospettiva… devo rifletterci un po’. Vai avanti con gli altri punti.” Andammo avanti finchè arrivammo da Gerry. Lì parlammo per sei lunghe ore ma alla fine il Dr. Gerstner non riuscì a smontare un solo argomento con prove inconfutabili. Gerry ed io ci guardammo in viso ed eravamo pallidi. Avevamo sperato fino all’ultimo di non doverlo fare ma dissi: “Gerry, sono venuto qui pensando che saremmo stati fatti a pezzi. Ma non abbiamo avuto cedimenti su nessun punto. Non riconosco valore alla tradizione protestante sulla base dottrinale pur riconoscendole un valore storico”. Al ritorno a casa continuai a discutere col Dr. Gerstner e stavolta affrontammo il problema del Sola Scriptura. Lui chiese: “Scott se sei d’accordo che ora abbiamo nella Bibbia la Parola di Dio ispirata e infallibile, allora di che cos’altro abbiamo bisogno?” Risposi:  “Dr. Gerstner, io ritengo che il problema principale non è sapere di che cosa abbiamo bisogno; ma, visto che lei me lo sta chiedendo, le dirò la mia impressione. Dal tempo della Riforma, sono nate oltre trentamila chiese e gli esperti dicono ne nascano ogni settimana. Ognuna di esse, senza eccezione, sostiene di obbedire allo Spirito Santo e di seguire in modo corretto la Scrittura. Abbiamo bisogno allora di capire di più. Vede, quando i padri fondatori del nostro paese ci hanno dato la costituzione, non si sono limitati a questo soltanto. Riesce a immaginare oggi cosa avremmo se i padri fondatori ci avessero lasciato solo un documento, buono finchè vuole, con un’esortazione del tipo “Possa lo spirito di Gorge Washington guidare ogni cittadino?”. Avremmo l’anarchia; che è quello che c’è oggi nel mondo protestante dove non c’è unità e tradizione. I Padri  della Chiesa, gli Apostoli, ci hanno dato qualcos’altro, oltre alla  costituzione(il Nuovo Testamento), e cioè un presidente (quel Pietro che detiene le chiavi del regno), e un congresso (i vescovi e i capi  delle chiese locali) che gestiscano il paese (la Chiesa), il popolo (di Dio).
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #88 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:22:33 »
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Poi consideriamo una cosa: Gesù non ci parla mai nei Vangeli di cosa avrebbe o non avrebbe scritto ma consegna agli Apostoli un patrimonio che loro avrebbero gestito a Sua Gloria e per la salvezza del mondo. E nel mondo avrebbe agito la Chiesa ovvero un’istituzione di natura divina contro cui le porte degli inferi non sarebbero prevalse”. Questa istituzione poggia sulla Bibbia e sulla Sua storia, una storia maturata in Cristo e con lo Spirito Santo. E’ così che sono maturate le dottrine e il cristianesimo.”. Il Dr. Gerstner fece una pausa pensosa: “ Scott, è molto interessante. Ma allora per te qual è il problema principale?”. “Dr Gerstner, penso che il problema principale sia quello che la Bibbia insegna circa la Parola di Dio, perché in nessun a parte di essa si dice che la Parola di Dio è solo nella Bibbia. Al contrario, la Bibbia ci dice in vari punti che la Parola di Dio va ricercata anche nella Chiesa nella sua Tradizione (2 Ts 2, 15 (“ .. Perciò fratelli state saldi e mantenete le tradizioni che avete appreso così dalla nostra parola come dalla nostra lettera….. “; 2 Ts 3, 6(Vi ordiniamo pertanto fratelli nel nome del Signore Nostro Gesù Cristo, di tenervi lontano da ogni fratelli che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che avete ricevuto da noi.) ), nonché nella sua predicazione e nel suo insegnamento (1 Pt 1, 25 ( .. ma la parola del Signore Dio rimane in eterno, E questa è la parola del Vangelo che vi è stato annunziato.) ; 2 Pt 1, 20-21; Mt 18, 17 ( Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’Assemblea; e se non ascolterà neppure l’Assemblea, sia per te ome un pagano e un pubblicano.)
Ecco perché io ritengo che la Bibbia sostenga il “solum Verbum Dei” e non lo slogan protestante “sola Scriptura”.
Il Dr. Gerstner rispose dichiarando, più e più volte, che la Tradizione cattolico/ortodossa, i concili e il Papa insegnavano tutti cose contrarie alla Bibbia. “Ma contrarie all’interpretazione della Bibbia da parte di chi?” chiesi. “Tra l’altro gli storici concordano sul fatto che abbiamo il Nuovo Testamento grazie al Concilio di Ippona del 393 e al Concilio di Cartagine del 397, entrambi i quali mandarono le loro conclusioni a Roma per l’approvazione papale. Dal 30 dC al 397 dC è un periodo troppo lungo perché si possa rimanere senza Nuovo Testamento, non trova? Oltretutto, in gran parte delle chiese locali, fino ad allora non si avevano tante parti del Nuovo Testamento e al contrario si ritenevano divinamente ispirati testi come la Lettera di Barnaba, il Pastore di Erma, gli Atti di Paolo. E c’erano anche testi come Apocalisse, la Seconda Lettera di Pietro  e la Lettera a Giuda che alcuni ritenevano dovessero essere esclusi dal canone! Perciò qual era la persona in grado di prendere decisioni attendibili e conclusive, se la Chiesa non insegna con autorità infallibile? Inoltre Dr. Gerstner come possiamo essere  sicuri che gli stessi ventisette libri del Nuovo Testamento siano l’infallibile Parola di Dio, se sono stati concili della Chiesa fallibili a compilarne l’elenco?” Non dimenticherò mai la sua risposta: “Scott, questo significa solo che tutto quello che possiamo avere è una raccolta fallibile di documenti infallibili!”  
Domandai: “E’ questo il meglio che il cristianesimo protestante sa dire?” Tornai a casa nelle prime ore del mattino. Quando comunicai a Kimberly i risultati della giornata trascorsa insieme al Dr Gerstner lei si spaventò. Aveva sperato che quella discussione avrebbe posto fine a tutto. Mi strappò una promessa: “Ti prego, non farlo improvvisamente: sarebbe troppo doloroso”. Le assicurai: “Se dovrò diventare cattolico, Kimberly, non sarà prima del 1990. E lo farò solo se assolutamente necessario.” Era il 1985. Mi sembrava un tempo ragionevole. Lei rispose: “Va bene, posso convivere con questa cosa”. Tornai così alla Marquette University dove avevo scoperto un gruppo di eccezionali teologi cattolici e un grande professore, Don Donald Keefe. Quando poi apprendemmo che la Marquette mi aveva accettato per un corso di teologia per ottenere il dottorato – e mi offriva una borsa di studio piena con un posto d’insegnante assistente – sentimmo che era il Signore a guidarci. Non potevamo però sapere che il nostro matrimonio si apprestava a vivere il periodo più nero e tempestoso che avessimo mai potuto immaginare.      
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Re: Quali conseguenze ci sono per chi afferma eres
« Rispondi #89 Data del Post: 20.10.2006 alle ore 13:23:42 »
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*** Trasferimento a Milwakee ***  
A Milwakee iniziai dunque un corso a tempo pieno per il dottorato in teologia e in Sacra Scrittura. In quel semestre scoprii, in un seminario dopo l’altro, quanto potevano essere vere e belle le dottrine cattoliche e quanto erano trascinanti e pratici gli insegnamenti morali della Chiesa riguardo il matrimonio, la famiglia, la società. C’erano parecchi studenti cattolici che difendevano la loro fede e al tempo stesso, la vivevano e ne erano felici. Dividevo l’ufficio con uno di loro, John Gabrowsky, che mi portò nella sua parrocchia e m’introdusse alla liturgia eucaristica. Grazie a John feci anche la conoscenza di un’eccezionale istituzione, la Franciscan University of Steubenville, dove aveva studiato teologia da studente universitario (non potevo immaginare che mi sarei trovato a insegnare lì cinque anni dopo).  
Una collega che studiava anch’essa per il dottorato, Monica  Migliorino Miller, grazie al suo impegno in iniziative per la vita,  riuscì a motivare me e Kimberly per condividere il medesimo impegno. Di conseguenza, Kimberly ed io scoprimmo un interesse comune, di cui avevamo bisogno, nella lotta contro l’aborto e la pornografia nella zona di Milwakee. Nel corso di quegli studi scrissi alcune cose e tra queste un saggio di 100 pagine, intitolato “Famiglia Dei: verso una teologia dell’Alleanza, della famiglia e della Trinità”, nel quale sintetizzavo i risultati di oltre dieci anni di ricerche: se l’Alleanza significava una famiglia nella quale i membri condividono la carne e il sangue, allora Cristo ha istituito l’Eucaristìa per permetterci di condividere il legame di carne e sangue della Sua famiglia basata sulla Nuova Alleanza, la Chiesa. Padre John Debicky, il mio amico sacerdote di Pittsburgh, mi mise in contatto con il Layton Study Center, un centro dell’Opus Dei a Milwakee. Anche là feci delle amicizie bellissime. Alla fine, il  processo di conversione diventò, soprannaturalmente, un racconto romanzesco. Lo Spirito Santo mi stava rivelando che la Chiesa Cattolica – che un tempo mi faceva orrore e combattevo con tutte le armi possibili – era la mia casa e la mia famiglia. Provavo la sensazione esilarante di tornare a casa, mentre scoprivo mio padre, mia madre e i miei fratelli, le mie sorelle più grandi. Poi, un giorno, commisi l’errore “fatale”: decisi di andare, da solo, a una Messa cattolica. Alla fine, mi risolsi a varcare la soglia della chiesa del Gesù, la  parrocchia della Marquette University. Un attimo prima di mezzogiorno entrai silenziosamente nella cappella del seminterrato, per la Messa quotidiana. Non sapevo con certezza che cosa dovevo aspettarmi: forse sarei stato solo, con un prete e un paio di vecchie suore.  
Presi un posto nel banco più in fondo, come osservatore. All’improvviso, molte persone comuni cominciarono a entrare dalle strade: gente assolutamente normale. Entravano, si genuflettevano, s’inginocchiavano e pregavano. La loro devozione, semplice ma sincera, colpiva. Squillò un campanello e arrivò un sacerdote, avanzando verso l’altare. Rimasi seduto: non sapevo ancora se mi potevo inginocchiare tranquillamente. Come evangelico calvinista, mi era stato insegnato che la Messa cattolica (come la Sacra Liturgia  ortodossa) era il più grande sacrilegio che un uomo potesse commettere – sacrificare Cristo una seconda volta – perciò non sapevo che cosa fare.
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