«Le relazioni personali presuppongono quel sacrosanto grado di ipocrisia, di buona educazione e di capacità di mondo che impediscono di dire quel che si pensa, e impongono di pensare a quel che si dice. Davanti al computer no, lì siamo noi, niente filtri, niente condizionamenti, niente ipocrisia: il computer è una relazione senza l’altro, e ci tira fuori il distillato della nostra disastrosa purezza». Nel bene e (soprattutto, pare) nel male. Così Mattia Feltri sulla Stampa.