In un contesto sociale sempre più desolante, Stefano Rodotà alza la voce attraverso un pamphlet che rievoca un concetto desueto e a lungo svilito dall’irrisione collettiva: il moralismo, strumento per «riaffermare la moralità delle regole».
Con un linguaggio intenso e frequenti citazioni, l’autore spiega che esistono due tipi di moralisti: il moralista “pratico”, che mira a «difendersi e conquistare il mondo in cui vive», e il moralista “puro”; se il primo si esprime con il precetto, «il mezzo espressivo del secondo è la riflessione».
Se da un lato lo propone come antidoto alla corruzione, alla mancanza di etica, all’illegalità, nella sua sacrosanta denuncia – che forse sarebbe stata più efficace se espressa con un taglio meno militante – Rodotà ha peraltro l’onestà di ammettere un aspetto che suona tristemente ironico: oggi a difendere il moralismo (ma anche la responsabilità e la decenza) si ritrovano coloro che ieri hanno contribuito a demolirlo additandolo come una “ipocrisia piccolo borghese”.
Elogio del moralismo
Autore: Stefano Rodotà
Anno: 2011
Pagine: 94
Prezzo: € 9