Guardar lontano, veder vicino

By 21 Marzo 2014Spazio libri

Obiettivo modesto e ambizioso allo stesso tempo, quello che Philippe Daverio si pone con i suoi libri: raccontare l’arte tracciando «una strada diversa, quella che talvolta risveglia l’attenzione anche dell’apatico».

Di certo il suo stile è tutto fuorché ordinario: e, caso raro, il fantasista della divulgazione (anzi, della curiosità) culturale in televisione riesce a traghettare su carta stampata la verve di programmi di successo come Passpartout ed Emporio Daverio.

Con Guardar lontano, veder vicino, la sua ultima fatica, l’autore riprende il discorso del suo precedente Il museo immaginato, dedicato al «secolo lungo della modernità» che fu l’Ottocento, e prosegue nel suo viaggio a ritroso tra le particolarità dell’arte e della cultura affrontando temi ed elementi del Rinascimento.

Il volume è elegante nella stesura e nella confezione quanto il suo autore; si resta rapiti dallo spettacolo dei quadri scelti, dei particolari, come pure dei racconti e delle “daveriologie”, quella capacità di abbinare “lontano” e “vicino”, arte e costume, storia e vita offrendo uno spaccato di ciò che sta dietro l’opera e l’autore.

Fin dall’indice non si può non notare che la spiritualità è una presenza costante del periodo preso in esame: e, dal Giudizio universale di Giotto al Sacrificio di Isacco di Mantegna, dall’Ultima Cena di Leonardo alla Cena in Emmaus di Caravaggio, si constata come la fede raccontata dall’arte accompagna per mano lo sviluppo culturale del continente europeo, segnandone i passaggi più significativi e legandolo indissolubilmente al patrimonio giudaico-cristiano.

Da segnalare, tra gli artisti presi in considerazione, l’ampio spazio offerto a Michelangelo e all’analisi della sua “fede militante” testimoniata da una produzione che, opera dopo opera, mostra una crescente attenzione verso la figura di Cristo e nel contempo testimonia sottotraccia una certa simpatia nei confronti della Riforma, tale da far rilevare allo storico dell’arte Claudio Strinati che «il protestantesimo è un po’ il sotterraneo, il fiume carsico dentro lo spirito michelangiolesco, che a un certo punto sembra quasi venire alla luce».

«Che Michelangelo fosse nicodemico?», si chiede di rimando Daverio. Un’ipotesi di certo suggestiva e degna di futuri approfondimenti.

Guardar lontano, veder vicino
Autore: Philippe Daverio
Anno: 2013
Pagine: 447
Prezzo: € 39

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